2015_06_17 Ruolo dei marcatori biochimici nella gestione dello scompenso cardiaco – Roma
Ospedale Madre Giuseppina Vannini e ACSA (Associazione Cardiologi e Specialisti Ambulatoriali) organizzano l’evento:
RUOLO DEI MARCATORI BIOCHIMICI NELLA GESTIONE DELLO SCOMPENSO CARDIACO
17 giugno 2015
Ospedale Madre Giuseppina Vannini
Aula Magna della Scuola Infermieri “Padre Luigi tezza” – Via Labico, 74 – Roma
Per informazioni potete scaricare qui il programma.
RAZIONALE
Lo scompenso cardiaco acuto colpisce milioni di persone in tutto il mondo e negli Stati Uniti comporta una riammissione ospedaliera del 29,6% e un tasso di mortalità a breve termine dell’8,6%. I registri sull’insufficienza cardiaca acuta mostrano che i pazienti affetti da questa patologia hanno solitamente un’età maggiore di 65 anni, multiple comorbilità e scarsa aderenza alla terapia farmacologica. Con una popolazione che si stima possa divenire, nei prossimi due decenni, il doppio per il crescente numero di individui anziani, una gestione e un trattamento efficace dello scompenso cardiaco acuto già nel Dipartimento d’Emergenza, dove il paziente sempre si riferisce in caso di comparsa dei sintomi, è indispensabile per migliorare la prognosi di questi pazienti e ridurre la crescita dei costi dell’assistenza sanitaria.
I peptidi natriuretici cardiaci costituiscono una complessa famiglia di ormoni peptidici prodotti e secreti dal cuore in risposta a un maggior sovraccarico di pressione e volume dei ventricoli. La determinazione dei livelli ematici di BNP ed NT-proBNP in Pronto Soccorso in aggiunta all’esame obiettivo e agli esami clinico-strumentali di routine si è dimostrata di indiscutibile ausilio nella diagnosi rapida di dispnea di origine cardiogena tanto da essere inserita a pieno titolo nelle linee guida nella diagnosi e nel trattamento dello scompenso cardiaco acuto con livello di evidenza di tipo A.
Galectina-3 è un membro della famiglia dei b-galattosidi ed è codificata da un singolo gene, LGALS3, localizzato sul cromosoma 14. Essa è espressa nel nucleo, nei compartimenti intracellulari e nello spazio extracellulare. Gli studi hanno anche dimostrato che l’espressione di galectina-3 è implicata in pazienti con insufficienza cardiaca alla proliferazione dei miofibroblasti con conseguente fibrogenesi e rimodellamento ventricolare . Livelli elevati di galectina-3 sono significativamente associati a più elevato rischio di mortalità sia nei pazienti con insufficienza cardiaca acuta sia nelle popolazioni con insufficienza cardiaca cronica. Kimmenade et al. hanno dimostrato che in 599 pazienti giunti in Pronto Soccorso con dispnea acuta, i livelli di galectina-3 risultava predittore indipendente di mortalità a 60 giorni (OR 10,3, P=0,01).
Sono in corso alcuni studi che hanno l’obiettivo di esplorare l’utilità della galectina-3 nei pazienti con scompenso cardiaco. Uno degli obiettivi più stimolanti è indagare il ruolo di questo biomarcatore nella progressione dell’insufficienza cardiaca e come potenziale mira di trattamento al fine di arrestarne la progressione.