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2018_9_29 – Cuore e Cervello – Torino

Torino – Sala Convegni Boston Art Hotel – Via Massena 70 29 settembre 2018 Cuore e Cervello: attraverso strade che ritornano – Programma Cuore e Cervello: attraverso strade che ritornano – Scheda di Iscrizione VIII edizione di “Cuore e Cervello”, che l’ACSA organizza con la preziosa collaborazione del dott. Antonino...

Cenni di prevenzione delle ulcere flebostatiche degli arti inferiori

Non si può arrivare a parlare delle ulcerazioni venose degli arti inferiori senza avere idea del continuum che è rappresentato dalla malattia venosa cronica (MVC). Siamo purtroppo abituati a considerare questa patologia come secondaria e soprattutto da affrontare solo quando visibile sia clinicamente sia sintomatologicamente. La realtà però è un’altra. Lo studio del Vein Consult Program, pubblicato nel 2012 e che raccoglieva i dati da un campione di oltre 10.000 pazienti dell’ovest Europa (7 paesi), ha dimostrato in maniera inequivocabile come nella nostra società 8 persone su 10 siano afflitte da un qualsivoglia stadio della MCV indipendentemente dal grado di gravità con cui si manifesta e dalla presenza di sintomi (22% malattia con segni senza sintomi, 42% di malattia con sintomi senza segni). (1)

Ormai è assodato che la patologia venosa si sviluppa quando compare un aumento della pressione venosa ortostatica ed il ritorno ematico è ostacolato da incontinenza del circolo superficiale o profondo, delle perforanti, ostruzione venosa o associazione di una o più condizioni. Datano almeno al 2006 gli studi che dimostrano senza possibilità di equivoco come la relazione emodinamica – flogosi sia alla base della sintomatologia e scateni il danno d’organo che se non trattato adeguatamente, sconfina senza possibilità di arresto spontaneo negli stadi più gravi della malattia, quelli con danno cutaneo visibile. (2)

Scompenso Cardiaco e Cardiopatia Ischemica con abbinato il Corso ILS – Riflessioni

Venerdì 18 maggio a Torino si è svolto un evento organizzato dalla dott.ssa Maria Teresa Spinnler e dalla sua Equipe dell’ASLTO5 di Moncalieri, che ha visto coinvolte, oltre ai cardiologi ospedalieri e territoriali, diverse figure professionali tra cui internisti, medici di base e personale infermieristico. Temi dominanti del congresso sono stati la cardiopatia ischemica e lo scompenso cardiaco con particolare approfondimento sui percorsi assistenziali che, dalla fase acuta ospedaliera al follow up territoriale, creano un continuum assistenziale indispensabile per la gestione del paziente. La cardiopatia ischemica è sempre argomento di grande interesse e dibattito e, nonostante vi siano stati negli anni grandi progressi nelle tecniche riperfusive e nelle terapie, rimane la prima causa di mortalità e morbilità soprattutto a distanza dall’evento acuto.

XIV Congresso Nazionale AGE – RIflessioni

Il 14° Congresso Nazionale AGE dal titolo “L’approccio multifaceted alla complessità della persona anziana ed il ruolo della geriatria territoriale: evidenze in un mondo che cambia” è stato un bel successo! Ne sono testimonianza i 250 partecipanti e gli illustri relatori, che hanno rappresentato un valore aggiunto ed hanno portato numerosi spunti di riflessione.

Le tre giornate, molto ricche, ed inaugurate giovedì mattina dal Direttore di Distretto di Catanzaro Dr Maurizio Rocca, dal Direttore Generale ASP Catanzaro e dai presidenti delle società scientifiche principali di Geriatria (SIGG, SIGOt ed AIP) sono state seguite con vivo interesse da tutte le categorie professionali presenti e, nell’ambito medico, dai vari specialisti che quotidianamente affiancano il geriatra nella sfida alla fragilità ed alla complessità della popolazione anziana.

2018_04_19-22 – Scilla-Cuore – Scilla

Auditorium Maria S.S. Immacolata – Chiesa Madre Scilla, 19-22 marzo 2018 Programma del Convegno Primo annuncio Evento ideato e organizzato dal dott. Vincenzo Montemurro, che con maestria è riuscito ad armonizzare le complesse problematiche delle varie patologie cardiovascolari, affidando lo svolgimento delle stesse a relatori di alto profilo. Patrocinato da...

Focus: quali sono le fasce muscoloscheletriche e come funzionano?

Focus: quali sono le fasce muscoloscheletriche e come funzionano?

 

Per poter comprendere la funzione delle fasce muscolo-scheletriche è fondamentale conoscere  la loro anatomia e la loro correlazione nel corpo umano.

Il termine “fascia profonda” si riferisce allo strato di tessuto connettivo denso, fibroso e ben organizzato che interagisce con i muscoli. Il ruolo della fascia profonda è quello di mettere in comunicazione gli elementi anche distanti del sistema muscolo-scheletrico mediante la trasmissione di forze (1).

A seconda dello spessore e delle relazioni con gli strati sottostanti possiamo individuare due tipi di fasce muscolari: la fascia aponeurotica e la fascia epimisiale.

Il termine “fascia aponeurotica” indica uno spesso (1mm) strato fibroso ben definito che riveste e mantiene in loco un gruppo di muscoli o che funge da  inserzione ai muscoli larghi. Questo tipo di fascia è costituita da più strati composti da fibre collagene in parallelo con una disposizione a “onda”, questi sono tra loro orientati formando angoli di 75°-80° differenziandosi così dai tendini che contengono fibre disposte in una unica direzione (2). La fascia aponeurotica si continua con il periostio, il paratenon, il fascio neurovascolare e le capsule articolari; alcuni esempi sono la fascia toracolombare, la bandelletta ileotibiale e la fascia antibrachiale.

Esiste un fitto network di arteriole e vene tra i sottostrati profondi e superficiali di tale fascia(3); Warveille e Battacharaya hanno dimostrato  che essa contiene anche canali linfatici percorsi da un abbondante flusso di liquido linfatico (4). All’interno della fascia aponeurotica troviamo un alto numero di terminazioni nervose sia libere che incapsulate(inclusi corpuscoli di Pacini e Ruffini) che sono strettamente collegate con le fibre collagene circostanti e lo stroma fibroso che costituisce la fascia; l’innervazione della fascia aponeurotica è maggiore negli strati superficiale e intermedio mentre è quasi inesistente nello strato profondo; si ipotizza che la  maggiore o minore presenza di terminazioni nervose  sia legata alla loro funzione.

 

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