Categoria: Geriatria

Malattie psicosomatiche e somatopsichiche nel soggetto anziano

Dalla mente al corpo e dal corpo alla mente

Il doppio binario della malattia e della salute

Introduzione

Che il cervello potesse in vario modo influenzare il corpo e/o ne fosse la spia per talune forme patologiche è nozione da sempre conosciuta e alcuni reperti rupestri mostrano il corpo umano sano o deformato da fiamme interne quasi a dimostrazione che paura, terrore o altro potessero consumare il corpo interiormente. In questa esposizione volutamente non faremo riferimento alla cultura orientale dove i rapporti tra mente e corpo sono molto più intimi di quanto non avvenga in occidente. La cultura occidentale, infatti, è stata fin dai suoi albori influenzata dalla filosofia della Grecia antica che considerava il corpo maschile l’emblema della perfezione e oggi ne abbiamo contezza ammirando i bronzi di Riace o le statue di Fidia.

Platone affermò che il corpo è sema, cioè segno, tomba dell’anima e questa condanna, ereditata poi dal Cristianesimo, influenzò a lungo la storia del pensiero occidentale. «Dicono alcuni che il corpo è séma (segno, tomba) dell’anima, quasi che ella vi sia sepolta durante la vita presente; e ancora, per il fatto che con esso l’anima semaínei (significa) ciò chesemaíne (intende esprimere), anche per questo è stato detto giustamente séma. Però mi sembra assai più probabile che questo nome lo abbiano posto i seguaci di Orfeo; come a dire che l’anima paghi la pena delle colpe che deve pagare, e perciò abbia intorno a sé, affinché sózetai (si conservi, si salvi, sia custodita), questa cintura corporea a immagine di una prigione; e così il corpo, come il nome stesso significa, è séma (custodia) dell’anima finché essa non abbia pagato compiutamente ciò che deve pagare. Né c’è bisogno mutar niente, neppure una lettera». Il filosofo greco considera pertanto l’anima come qualcosa d’incorporeo completamente separato dal corpo e rafforza il suo pensiero affermando che il corpo è un ostacolo e un peso per l’anima, rappresentandone una “tomba” o un “carcere”.

Invecchiamento precoce da progeria

Carlo Conti al Festival di Sanremo 2015 ha invitato sul palco Sammy Basso (figura 1), ragazzo di 19 anni affetto da progeria, cioè di una sindrome da invecchiamento precoce molto rara: in atto sono infatti noti circa 100 casi a livello mondiale. Ma già il 3 dicembre 2006 Maurizio Costanzo aveva intervistato Sammy Basso e i suoi genitori nel corso del “Costanzo show”. Nel 2014 la stampa internazionale ha dato ampia diffusione alla notizia della morte avvenuta a Boston all’età di 17 anni di Sam Berns, altro caso di progeria. Anche nel recente libro ” Il mercante di luce” di Roberto Vecchioni è affrontata, in un’ottica particolare, la tematica progeria: Marco, il protagonista, ha 17 anni ed è ammalato di progeria.

La legge 15 marzo 2010 n.38 e il dolore nell’anziano

“Quando il soggetto non è più in grado di comunicare, il dolore da sintomo (ri)diventa segno”

M. Trabucchi 2004

Nel trattare il dolore nella vecchiaia è importante premetterne una definizione, non fosse altro per rendersi conto di come poterlo poi affrontare in un soggetto anziano, che spesso non è più in grado di riferirlo. Di definizioni ne esistono molte. Ne abbiamo privilegiato due in quanto ci sembrano le più vicine all’argomento che vogliamo trattare.Il dolore in termini fisiopatologici secondo Merskey H., (Classification of chronic pain and definition of pain terms. Pain, 3: S1 – S 222, 1986) corrisponde ad una sensazione spiacevole e ad una esperienza emozionale ed affettiva associata a danno dei tessuti o descritto nei termini di tale danno. M. Tiengo nel 1976 definisce il dolore come un fenomeno complesso, un’evenienza eccezionale della nostra vita, che ci obbliga per esprimerlo a mobilitare risorse psichiche, neuronali, valenze culturali e relazionali.

Molte discussioni sono state fatte sulla tipologia, qualità e intensità del dolore in soggetti anziani, affetti o no da demenza. In particolare ci si è soffermati sulla capacità dell’anziano a saperlo “esprimere” correttamente quando è ancora mentalmente indenne, e sulla comprensione di recepire anche quanto e come e in che modo il soggetto con deficit cognitivi possa riferire e verbalizzare l’insulto nocicettivo.

Il dolore cronico nella storia

“Divinum opus sedare dolorem”, Ippocrate


Del dolore si hanno numerose definizioni, filosofiche, fisiologiche, internistiche, neurologiche, psicoanalitiche, ognuna delle quali predilige gli aspetti culturali dei proponenti, ma che, a ben guardare, hanno tutti un tragitto comune che conduce ad un crocicchio da cui si dipartono la sofferenza, il disagio, la frustrazione, il peggioramento della qualità di vita, l’impoverimento dei rapporti sociali e i disturbi comportamentali con una manifesta disabilità di chi ne è afflitto. La IASP (International Association for the Study of Pain) ha definito il dolore come un’esperienza sensoriale ed emotiva spiacevole, associata ad attuale o potenziale danno tessutale. Da tale definizione si trae la cognizione che il dolore non è soltanto un fatto fisiologico, ma ha anche un elevato valore sociale e esistenziale. Il dolore ha accompagnato l’uomo fin dalla sua comparsa sulla terra e non per è un vezzo culturale narcisistico che vogliamo riportare come nei secoli è stato considerata questa sensazione psicosensoriale, in quanto pensiamo che l’evoluzione del pensiero umano sia sempre importante da essere studiato e valutato e porta con sé comunque sempre degli insegnamenti utili.

Pensieri e consigli per la terza età

Aggiornata sintesi geriatrica e gerontologica, studi e ricerche sull’invecchiamento, aforismi, pensieri e utili consigli per la terza età. Questo è il nuovo volume, appena pubblicato, del Prof. Vittorio Nicita Mauro.

La degenerazione maculare senile

Nella maggior parte dei casi, è una malattia lenta, progressiva e indolore che spesso colpisce entrambi gli occhi, generalmente uno dopo l’altro. Una volta fatta la diagnosi di degenerazione maculare senile, possono trascorrere anche dieci anni prima che si abbia una perdita della visione considerevole.

La contenzione tra costrizione e protezione. L’anziano pluripatologico

Virginio Oddone, in Medicina Legale per l’anziano del F. Fabris “Geriatria”, scrive che sul problema della contenzione vi sono numerose incomprensioni, errori di prospettiva e fantasmi. Da questa affermazione deriva la domanda che si era posto già qualche anno addietro Cester, se oggi, nel XXI secolo, abbia ancora senso parlare di contenzione fisica e, se sì, precisarne l’ambito, i limiti e le competenze.
Per sgombrare il campo da equivoci, premettiamo che esiste in concreto una contenzione protettiva a tutti gli effetti: cinture di sicurezza in auto o in aereo, box per bambini, sale chirurgiche o di rianimazione. In seguito ne preciseremo meglio le prerogative.

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