Intervista all’Avv. Gian Paolo Zanetta, direttore generale della Città della salute e della scienza di Torino

Intervista all’Avv. Gian Paolo Zanetta, direttore generale della Città della salute e della scienza di Torino

A cura di Giuseppe Luciano

Questa intervista al Direttore generale della Città della salute e della scienza di Torino apre un programma di presentazione del profilo e dello stile professionale dei manager delle Aziende più interessanti del Servizio sanitario nazionale, nonché delle iniziative adottate per migliorare l’efficienza della loro gestione.

La Città della Salute e della Scienza di Torino è il polo sanitario più grande a livello nazionale ed europeo, contando oltre diecimila dipendenti e garantendo diagnosi, cura e assistenza sanitaria di terzo livello in molteplici percorsi di cura, con approcci multidisciplinari che assicurino cure appropriate e altamente qualificate. Come è noto, con i suoi molteplici presidi ospedalieri di riferimento regionale (Molinette, San Lazzaro – ospedale San Giovanni antica sede, CTO – istituto chirurgico Maria Adelaide, Ospedale infantile Regina Margherita, ospedale osterico-ginecologico Sant’Anna), grazie anche all’apporto della facoltà universitaria di Medicina e Chirurgia di Torino, costituisce un’Azienda sanitaria competitiva a livello europeo, anche nel campo della ricerca.

Al suo vertice, nel marzo 2014, la Giunta della Regione Piemonte, d’intesa con la facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino, ha nominato L’Avv. Gian Paolo Zanetta, un manager che già allora vantava un curriculum sanitario di tutto rispetto, iniziato ben quaranta anni fa. Un curriculum che gli aveva consentito di capitalizzare esperienza gestionale nei vari settori che compongono una struttura ospedaliera complessa. Infatti, dopo una brillante esperienza di cinque anni di lavoro nella Provincia di Torino, nel 1977 Gian Paolo Zanetta è entrato nell’Ente ospedaliero “Ordine Mauriziano di Torino” divenuta Azienda Ospedaliera nel 2004. Di tale struttura è stato ininterrottamente Direttore generale dal 1990 al 2014. In quell’amministrazione, prima di accedere al suo vertice, aveva rivestito il ruolo di responsabile degli Affari Generali e Legali, e successivamente del Patrimonio, nonché del Provveditorato ed Economato.

Qui di seguito riportiamo le domande che abbiamo rivolto all’Avvocato Zanetta e le risposte che Egli ci ha fornito, con grande cortesia ed eleganza.

 

D. Da quali interessi personali culturali e sociali è stata motivata il suo orientamento professionale verso la sanità, avvenuto nel 1977 con il suo passaggio dall’Amministrazione della Provincia di Torino ad uno dei più importanti ospedali di Torino, quello dell’Ordine Mauriziano?

R. Per un politico che si rispetti la Costituzione italiana è la Bibbia ed il Vangelo da cui partire. L’Articolo 32 della Costituzione, che considero tra i più importanti, sostiene che “La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività”. Per questo il passo è breve. Quindi gestire un ospedale tra i più importanti del Piemonte è stato per il sottoscritto un onore che guardava in quella direzione indicata dall’Articolo 32 della Costituzione. Come se non bastasse, proprio l’Ordine Mauriziano è stato un simbolo della storia piemontese ed italiana.

 

D. Quali sono stati i più importanti problemi ereditati dalla gestione della città della salute precedente quella guidata da Lei?

R. La Città della Salute al mio insediamento era appena diventata Città della Salute, ma in quel momento solo come denominazione burocratica. In realtà si trattava di unire quattro tra i più grandi ed importanti ospedali piemontesi ed italiani in un’unica Azienda, ovvero Città della Salute. Apparentemente facile, in realtà un’ardua impresa far convivere specialità e soprattutto mentalità diverse. Un esempio per tutti. Il sistema informatico era completamente diverso tra i vari ospedali, eppure con fatica ma grande soddisfazione siamo riusciti a far “parlare” tutti lo stesso linguaggio informatico in un momento storico in cui proprio questo aspetto è diventato e diventerà sempre più di basilare importanza. I nostri quattro ospedali sono un’eccellenza non solo piemontese ma italiana. In sanità l’eccellenza garantisce grandi prestazioni, anche a livello di immagine, ma allo stesso tempo “costa cara”. Per questo tra i problemi ereditati abbiamo avuto un bilancio con un forte passivo accumulatosi in una ventina di anni. È evidente che bisogna invertire la rotta senza sacrificare l’eccellenza, ma ottimizzando le risorse e l’organizzazione.

 

D. Per affrontare quei problemi sono state necessarie risorse umane e tecniche aggiuntive a quelle già disponibili o solo un cambio di impostazione nella gestione dell’Azienda?

R. La mia filosofia è sempre stata quella di valorizzare al massimo le risorse interne. Dare a tutti l’opportunità di dimostrare le proprie capacità ed i propri “talenti”, riprendendo un tratto del Vangelo. Su 10.000 dipendenti è evidente che ci siano grandi professionalità. È chiaro che si tratta di trovarle e soprattutto metterle nelle condizioni di lavorare al meglio. Insomma è stato importante il cambio di gestione dell’Azienda. Anche se in alcuni settori, proprio come l’informatica, ci si è dovuti appoggiare ad una ditta esterna, massima esperta in Italia in questo settore.

 

D. Quale ritiene sia il bilancio dei tre anni della Sua gestione dell’Azienda sia per quanto attiene ai servizi di assistenza sia per quanto attiene alla ricerca?

R. Non spetta al sottoscritto dare un giudizio del proprio operato. Mi considero soddisfatto perché abbiamo cercato di valorizzare sempre più le nostre numerose eccellenze sia nel campo assistenziale sia in quello della ricerca. Infatti ottimo è anche il rapporto che ci lega all’Università di Torino. Non per nulla siamo un’Azienda Ospedaliero Universitaria. Sono proprio i cittadini che quotidianamente ci scelgono per motivi di salute coloro che giudicano il nostro operato. Le nostre eccellenze ci garantiscono un’ottima immagine. Ed il ritorno è immediato grazie all’utente che viene a cercare i nostri specialisti, anche a costo di attendere un pochino di più per visite ed interventi rispetto ad altre Strutture.

 

D. Come sono stati e quali sono allo stato attuale i rapporti della Direzione dell’Azienda con gli organi di governo della Regione Piemonte e le organizzazioni rappresentative dei lavoratori, medici e non medici?

R. Mi sembrano ottimi in entrambi i casi. È evidente che in un’Azienda come la nostra spesso è “l’equilibrismo” il leitmotiv che contraddistingue le nostre giornate di lavoro. Infatti è necessario mantenere i giusti equilibri tra le parti per non rompere i rapporti. La Regione è il nostro datore di lavoro con cui dobbiamo interfacciarci quotidianamente per dimostrare che la nostra Azienda funziona al meglio. Le Organizzazioni Sindacali rappresentano i lavoratori e quindi coloro che in ogni istante ci permettono di offrire i migliori servizi ai cittadini e di dare lustro alla nostra sanità. Di conseguenza è fondamentale mettere i nostri lavoratori nelle migliori condizioni di lavoro. Spesso con i Sindacati c’è stata una forte dialettica, ma sempre improntata ad una fase costruttiva e migliorativa delle condizioni dei lavoratori e di conseguenza dell’Azienda.

 

D. Quali sono le Sue indicazioni per migliorare l’efficienza della Città della salute e della scienza di Torino e la normativa nazionale e regionale inerente alle Aziende sanitarie?

R. Proprio l’efficienza è la parola chiave per migliorare sempre più la nostra Azienda. È molto difficile mantenere il giusto equilibrio tra costi e ricavi per migliorare il nostro bilancio. Quel giusto equilibrio si traduce in un’unica parola: efficienza. Questo è il nostro impegno quotidiano con tutti i nostri interlocutori.

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