La formazione al primo soccorso: strumento di prevenzione della morte improvvisa

La sindrome della morte improvvisa è una morte naturale, preceduta da improvvisa perdita della conoscenza, che si verifica entro 1 ora dall’inizio dei sintomi, in soggetti con o senza cardiopatia nota preesistente, ma in cui l’epoca e la modalità di morte sono imprevedibili.

La mortalità è elevatissima. In Italia ogni anno 60000 persone muoiono per morte cardiaca improvvisa.

Le conoscenze scientifiche a riguardo sono molte. Conosciamo i ritmi di peri-arresto e le patologie che predispongono a questa patologia estrema. La rete delle emergenze che tanti vantaggi ha portato per intervenire nelle patologie tempo-dipendenti però non ci sono utili perché la sindrome della morte improvvisa interviene nella popolazione in condizioni cliniche di apparente buona salute.

È necessario, pertanto, diffondere la cultura del primo soccorso con l’utilizzo del defibrillatore semiautomatico. Si tratta di tecniche semplici, ma che necessitano di larga diffusione per essere efficaci.

La morte improvvisa questo termine drammatico e ingiusto della vita umana esige sentinelle sempre vigili e capaci di un intervento immediato. Il primo soccorritore deve essere chi sta accanto al malcapitato nel momento in cui accade; un parente, un passante, un care giver. Perché questo avvenga bisogna capillarizzare la cultura del primo soccorso certificata. Personale sanitario e laici devono percepire come un dovere etico quello di ripetere periodicamente corsi di primo soccorso che abilitino alle manovre di primo soccorso e all’ utilizzo del defibrillatore.  

La defibrillazione elettrica del cuore in passato era effettuabile esclusivamente da medici attraverso defibrillatori manuali: solo al medico spettava quindi l’onere della diagnosi della defibrillabilità del ritmo cardiaco patologico. Ciò di fatto in alcuni casi rallentava, in altri impediva l’applicazione di una procedura salvavita.

La tecnologia ormai da tempo ci ha messo a disposizione in questa battaglia contro la morte il defibrillatore semiautomatico dotato di un software che riconosce il ritmo cardiaco patologico defibrillabile, esonera l’operatore dall’onere della diagnosi e permette la applicabilità su più larga scala della defibrillazione precoce, contribuendo a ridurre drasticamente i decessi per morte cardiaca improvvisa. L’impiego di questa procedura salvavita da parte di personale non sanitario è reso possibile dalla legge 120 del 3 aprile 2001 modificata dalla legge 69 del 15 marzo 2004 in base alla quale cita l’articolo 1 “è consentito l’uso del defibrillatore semiautomatico in sede intra ed extraospedaliera anche al personale sanitario non medico, nonché al personale non sanitario che abbia ricevuto una formazione specifica nelle attività di rianimazione cardio-polmonare”. All’ articolo 2 cita che “le regioni e le province autonome disciplinano il rilascio da parte delle aziende sanitarie locali e delle aziende ospedaliere dell’autorizzazione all’utilizzo extraospedaliero dei defibrillatori da parte del personale di cui al comma 1, nell’ambito del sistema di emergenza 118 competente per territorio…” e “la formazione dei soggetti di cui al comma 1 può essere svolta anche dalle organizzazioni medico-scientifiche senza scopo di lucro nonché dagli enti operanti nel settore dell’emergenza sanitaria che abbiano un rilievo nazionale e che dispongano di una rete di formazione”.

ACSA da anni svolge corsi di primo soccorso di base con l’uso di defibillatore (BLSD) ed avanzato ACLS dedicati a personale sanitario per contribuire al processo di formazione certificata. I corsi che propone hanno la prestigiosa certificazione dell’American Heart Association (AHA). 

Il BLS (Basic Life Support) è l’elemento centrale del primo soccorso. Si insegna il massaggio cardiaco “di qualità” e l’uso del defibrillatore. Le compressioni sono importantissime e devono essere di 100-120 al minuto, la profondità deve essere di 5 centimetri. Si devono praticare in serie di 30 compressioni alternate a cicli di 2 ventilazioni. La sospensione delle compressioni per effettuare le ventilazioni deve essere di non meno di 5 ma non più di 10 secondi. Queste regole così elencate rendono poco l’idea di quello che che si apprende in un corso di BLS con simulazione su manichini nel corso di quali si acquisisce la manualità e gli automatismi che aiutano ad effettuare un primo soccorso. Essenziale è poi l’utilizzo del defibrillatore che nell’ approccio ad un intervento per un arresto cardiaco deve essere subito chiesto e quando se ne dispone deve essere immediatamente utilizzato. Questo apparecchio può avere varie forme e caratteristiche diverse, ma è sempre dotato di un tasto di accensione in seguito al quale il dispositivo si attiva e con segnali vocali istruisce sulle sequenze da seguire: posizionare le placche sul torace nudo del paziente, consentire l’analisi del ritmo cardiaco e in caso di ritmo defibrillabile avverte di erogare la scarica premendo un secondo tasto che al momento di carica pronta si illumina.   Anche questo durante un corso deve essere ripetutamente simulato sotto l’attento occhio dell’istruttore perché possa essere una procedura di esecuzione fluida. I corsi insegnano come intervenire nell’ adulto, nel bambino, e nel lattante. Vengono anche trattate le tecniche di disostruzione in caso di soffocamento.

ACSA tiene anche corsi di soccorso avanzato (ACLS Advance Life Support) destinati al personale sanitario nel corso dei quali si acquisiscono i protocolli di intervento avanzato nell’ arresto cardiaco, nel post arresto, nelle aritmie (bradicardie e tachicardie), nell’ infarto miocardico, nell’ictus etc.

Sono corsi che utilizzano tecniche di simulazione avanzata con l’uso di manichini elettronici ai quali i partecipanti possono percepire i polsi radiali e carotidei, misurare la pressione arteriosa, ascoltare il battito cardiaco, posizionare i monitor, defibrillare, applicare il pacing transcutaneo esterno, cardiovertire. Vengono simulati casi clinici complessi e viene insegnato come lavorare in team con altri colleghi, suddividendosi i compiti, attribuendosi dei ruoli e interagendo in modo coordinato secondo protocolli dell’AHA.

L’ importanza che la nostra società scientifica dà a questo tipo di formazione si evince dalla consuetudine   che in tutti gli eventi societari è da tempo riservato spazio ai corsi di primo soccorso. Nel recente Congresso Nazionale ACSA del 4– 5– 6 aprile a Roma sì è tenuto un corso di ACLS e tutti i partecipanti sono stati entusiasti perchè anche in questo congresso societario si è ritagliato spazio per  una formazione pratica che si avvale di tecniche di simulazione avanzata.

ACSA è ormai una realtà formativa anche in questo campo e ha formato centinaia di medici, infermieri e laici. È anche partner di alcune istituzioni, tra cui il Comune di Grottaferrata per la realizzazione di un progetto PAD (Public Access Defibrillation). In seguito alla sensibilizzazione della cittadinanza in ripetuti eventi sono stati acquisiti con donazioni da parte della popolazione numerosi defibrillatori che sono stati disposti in posizioni strategiche per essere di rapido utilizzo di cui 3 in posizioni mobili sulle vetture dei vigili urbani, della protezione civile e di associazioni di volontariato. È stata realizzata una mappa che è disponibile in tutti gli esercizi di Grottaferrata e anche il documento sul quale questa mappa è distribuita esorta alla formazione sul primo soccorso. Nella realizzazione di questo progetto ACSA ha tenuto corsi di primo soccorso alla Polizia Municipale e alla protezione civile certificati con la Card dell’AHA.

ACSA a Grottaferrata ha recentemente condotto una campagna di informazione anche nelle scuole in quanto i corsi di primo soccorso trai giovani hanno un valore etico e formativo aggiunto. Dopo avere imparato a proteggere le vie aeree comprenderanno il valore di non cedere all’ abitudine al fumo e di combattere l’inquinamento ambientale, dopo aver compreso la necessità di sostenere il circolo vicariando l’attività contrattile del cuore comprenderanno la necessità di seguire buone norme alimentari e di condurre una vita non sedentaria. L’ insegnamento delle tecniche di rianimazione cardiopolmonare nelle scuole rappresenta   un momento di formazione che va oltre le nozioni e che si apre a valori umani infiniti come infinito è il valore della vita.

Potrebbero interessarti anche...

×