Ospedalizzazione a domicilio
L’età avanzata del paziente, l’aumento delle malattie croniche e loro riacutizzazioni, i progressi tecnologici e la necessità di contenere la spesa sanitaria sono le motivazioni essenziali dello sviluppo delle cure a domicilio.
L’ospedalizzazione a domicilio (OD) è una physician-led unit definita in ambito internazionale “a service that provide active treatment by health care professionals, in the patient’s home, for a condition that otherwise would require acute hospital in patient care, and alwais for a limited time period”.
S.H. Landers in un articolo apparso nell’ottobre del 2010 su NEJM, Why health care is going home? ha identificato in cinque punti essenziali le motivazioni dello sviluppo delle cure domiciliari:
- l’età avanzata della popolazione;
- l’aumento delle malattie croniche e le loro riacutizzazioni;
- i progressi tecnologici;
- l’elevata spesa sanitaria;
- la necessità di contenerla.
L’ospedalizzazione a domicilio è diffusa in tutta Europa. In Spagna si contano oltre 70 Unidad de Hospitalizacion a Domicilio e in Inghilterra sono a tutt’oggi circa 150 i servizi di OD.
I numerosi studi che enfatizzano l’importanza della OD concludono che può rappresentare una sicura alternativa al ricovero ospedaliero per pazienti anziani selezionati, a fronte di un elevato grado di soddisfazione dei pazienti e dei loro familiari e una riduzione dei costi sanitari diretti.
In Piemonte, dove l’OD è presente da oltre 20 anni, la DGR n. 85-13580 del 16 marzo 2010 l’ha definita come “una forma di assistenza sanitaria di carattere ospedaliero che prevede l’organizzazione delle cure presso il domicilio dei pazienti affetti da patologie in fase acuta, ma che non necessitano di attrezzature ad alta complessità tecnologica, monitoraggio intensivo/invasivo, in alternativa al ricovero ospedaliero”, le remunerazioni erano di € 165 al giorno per i DRG appartenenti alle patologie del sistema nervoso, respiratorio, cardiovascolare, emopoietico e oncologico (MDC 1,4, 5, 16, 17).
Il servizio di OD torinese, operativo presso l’Ospedale Molinette e gestito dalla S.C. Geriatria e Malattie dell’osso diretta dal prof. Giovanni Carlo Isaia, ha attuato recentemente, in collaborazione con la Divisione Universitaria di Cardiologia, uno studio sul trattamento a domicilio degli anziani giunti al Pronto Soccorso con scompenso cardiaco cronico in fase di riacutizzazione, definito da Rich “sindrome cardiogeriatrica”.
I pazienti trattati presentavano età media 81 anni, comorbidità, compromissione cognitiva, ipertensione, valvulopatia con fattori precipitanti caratterizzati da fibrillazione atriale e da infezioni polmonari. Il confronto è stato fatto con anziani scompensati in regime di ricovero. Non sono state riscontrate nei due gruppi differenze nella mortalità (pari al 15%) al follow up a sei mesi. Nei pazienti anziani scompensati curati a domicilio si sono osservati un miglioramento del tono dell’umore e della qualità di vita e tempi di riammissione in ospedale più lunghi.
Il progresso tecnologico ha permesso di trasferire al domicilio del paziente pratiche e procedure che fino a poco tempo fa erano tipicamente ospedaliere. Presso il servizio di OD torinese si sta procedendo con due progetti di ricerca per valutare l’efficacia della Telemedicina (Telemonitoraggio e Teleradiologia domiciliare).
Un veicolo posto nei pressi del domicilio del paziente riceve le immagini ottenute da un tubo radiogeno portatile situato al letto del malato ed è in grado di inviarle al Picture Archiving and Communication System (PACS) aziendale tramite internet e tecnologia UMTS, in modo tale che il radiologo possa visualizzarle e refertarle in tempo reale.
Altra possibilità è la determinazione del PT-INR per mezzo di coagulometri portatili che consentono una gestione virtuosa della TAO e offrono il vantaggio della maggiore comodità per il paziente con controlli più frequenti.
E’ in corso di attuazione uno studio pilota randomizzato per valutare benefici e limiti della Telemedicina applicata alla TAO in pazienti anziani, fragili e polipatologici con l’obiettivo primario di aumentare il tempo trascorso in range terapeutico e con obiettivi secondari di ridurre le complicanze emorragiche e trombotiche. Lo studio randomizzato suddividerà i pazienti eliggibili in uno dei due gruppi di trattamento: PT-INR con prelievo venoso tradizionale e determinazione PT-INR con coagulometri portatili con collegamento telematici.
In un periodo come l’attuale di scarse valenze economiche e con Piani Sanitari afflitti da esigenze di rientro che prevedono una netta riduzione dei posti letto ospedalieri, per evitare una caduta dell’assistenza è indispensabile implementare l’assistenza territoriale. In quest’ottica S. Shepperd afferma “the closure of the ward of hospital in favour of hospital at home is an unrealist option” mentre l’OD può operare al meglio come “modeling portfolio” in grado di mantenere al di fuori delle mura ospedaliere quei pazienti che possono trarre maggiori vantaggi dalle cure a domicilio favorendo la transizione dall’ospedale alla casa e consentendo un migliore utilizzo dei posti letto di degenza tradizionale.
Da:
Ospedalizzazione a domicilio
A cura di N. Aimonino Ricauda, V. Tibaldi, P. Bertone, V. Chiusano, S. Piano, S. Grillo, M. Rocco, R. Marinello, G. C. Isaia.
Scarica l’articolo completo su Geriatria – Organo Ufficiale SIGOs.
L’innovazione tecnologica e l’ospedalizzazione a domicilio
A cura di V. Tibaldi, N. Aimonino Ricauda, M. Rocco, P. Bertone, G. Fanton, G.C. Isaia.
Leggi l’articolo originale su Recenti Progressi in Medicina.
Carmine Macchione
Direttore Scientifico ACSA Magazine,
già professore di Geriatria e Gerontologia dell’Università di Torino