Ricordo di Carmine Macchione, grande medico umanista, all’insegna dell’innovazione nella continuità
Con la scomparsa di Carmine Macchione, avvenuta il 25 aprile scorso, proprio nel giorno della Festa della Liberazione, questa rivista perdeva il suo prestigioso direttore responsabile scientifico e il nostro Paese veniva privato di un eccellente medico umanista. Prima di essere sconfitto dalla patologia aggressiva da cui è stato colpito per otto mesi, Carmine Macchione ha combattuto la sua ultima battaglia con serena determinazione, senza mai cedere alla paura, così come aveva sempre fatto di fronte al male, qualunque fosse la forma con cui si manifestava.
La sua vita è stata incentrata su un impegno ininterrotto a perfezionare le molteplici qualità di mente e di cuore che la natura gli aveva accordato, nonché ad acquisire elevate abilità tecnico scientifiche, nel campo della professione medica, con l’obiettivo di metterle al servizio del’umanità sofferente, coltivando la sua inclinazione ad accorrere verso coloro che avevano bisogno del suo aiuto. Carmine si è dedicato allo studio della storia, del pensiero filosofico e dell’arte in tutte le sue espressioni, diventando altresì autore di una ricca produzione letteraria in prosa e in versi. Ma è stato un umanista, anche e soprattutto, perché la sua pratica professionale si è svolta costantemente all’insegna del principio in base al quale l’azione sociale deve perseguire sempre e comunque il bene dell’uomo.
L’indimenticabile direttore responsabile scientifico di questa nostra rivista è stato un professore universitario della facoltà di medicina di Torino. Nato nel 1934 a Tropea, è sempre rimasto profondamente legato alla sua terra dì origine. Laureatosi in Medicina e Chirurgia presso l’Università di Roma nel 1959, si è specializzato in Cardiologia, Medicina Legale, Medicina Interna, Geriatria e Igiene presso l’Università di Torino. Professore Associato in Geriatria nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell’Università di Torino dal 1983, ha ricoperto la carica di Direttore della Divisione Universitaria di Geriatria presso il II Polo Universitario dal primo luglio 1990 al 31 ottobre 2001. La sua produzione scientifica conta ben 260 pubblicazioni, tra cui ricordo due volumi, il primo sui fattori di rischio degli anziani istituzionalizzati (“Vecchi o Anziani”, Ed UPSEL, Torino 1991) e il secondo sulla violenza di cui sono spesso vittime gli anziani (“Gli abusi contro gli anziani” Ed. Rubbettino, 2006).
A proposito della produzione letteraria extramedica del nostro brillante collega medico, ricordo tre volumi di poesie in lingua calabrese (Quatri i paisi, Clut. Ed. Trovino; Alica i mari Ed. Rubbettino; Luci e umbri ed. Rubbettino), un’antologia di scritti di vari autori ori sul mezzogiorno (Zagare a Torino e Stelle alpine al sud Ed. Rubbettino in coll. Con P. Luciano), il volume “Quando si mangiava insieme”, il romanzo autobiografico “Giocavamo sotto le bombe” e il recente romanzo storico “il filo mancante”.
Ricordando Carmine Macchione, non posso fare a meno di dare spazio ai sentimenti sviluppati per la sua perdita da coloro che, come me, sono fieri di avere avuto il privilegio della sua amicizia. A tutti noi mancheranno molto, moltissimo, la sua umiltà, la sua bontà, la sua capacità d’amare con generosità, il suo inconfondibile sorriso, la sua saggezza, la sua tolleranza e in particolare le sue lezioni esemplari volte a farci riconoscere le ragioni di coloro che appartengono ad altre culture o comunque hanno opinioni diverse dalle nostre. Il Professore lo ha fatto per tutti, ancora di recente, con la sua splendida prosa, nel tuo ultimo romanzo “ il filo mancante”. Delle lezioni che ci ha dato gli saremo eternamente riconoscenti. Non dimenticheremo mai, in particolare, quelle con cui ci ha insegnato a considerare fratelli anche coloro che coltivano ideali diversi da quelli che con lui abbiamo condiviso: ideali di libertà, democrazia, giustizia sociale e solidarietà verso gli ultimi. Rinnovando le nostre affettuose condoglianze alla moglie Noretta Tranfo, ritengo doveroso sottolineare che l’amore e la tenerezza che hanno permeato i rapporti di Carmine con lei è stato un modello a cui molti dei suoi amici hanno cercato di ispirare la loro vita di coppia. Anche in questo il Professore è stato un grande maestro.
Nel momento in cui assumo, non senza trepidazione, la carica di direttore responsabile scientifico della nostra rivista, mi permetto di lanciare ai soci dell’ACSA un caloroso appello: onoriamo l’esempio di eccellente medico umanista che Carmine Macchione ci ha lasciato in eredità, dedicando le nostre migliori energie alla promozione della salute dei nostri concittadini, senza dimenticare le sofferenze dei fratelli che appartengono a comunità meno fortunate della nostra.
Pino Luciano
Responsabile Scientifico ACSA-magazine